Animali che presentano metodi di cura e di cura per affrontare i loro problemi di salute
Titolo: Automedicazione nel Regno Animale: Una Nuova Perspecttiva sul Comportamento degli Animali
Nel vasto e intrigante mondo della fauna selvatica, un corpo crescente di prove suggerisce che gli animali non sono semplici partecipanti passivi della loro salute. Michael Huffman, un primatologo rinomato ora professore al Wildlife Research Center di Kyoto University, sostiene che sia fattori fisiologici innati che appresi socialmente svolgono un ruolo significativo nell'automedicazione degli animali.
Questo concetto affascinante è stato portato alla luce per la prima volta nel 1987 quando Huffman ha osservato un chimpanzee di nome Chausiku in Tanzania. Chausiku è stata vista masticare la corteccia del arbusto Vernonia amygdalina, un comportamento che era insolito e misterioso all'epoca. Il comportamento di Chausiku è diventato ancora più intrigante quando ha mostrato segni di letargia e mancanza di appetito. Tuttavia, 22 ore dopo aver consumato la foglia amara, la pianta da cui stava masticando, ha mostrato segni di miglioramento, portando Huffman a ipotizzare che Chausiku potesse essere in corso di automedicazione a causa dei suoi sintomi e dell'uso della foglia amara come rimedio umano.
Saltiamo al 2022, uno studio sui chimpanzee nel Gabon ha rivelato che questi primati sono stati osservati nel prendersi cura delle loro ferite con insetti schiacciati in 19 casi su 76 di ferite autoinflitte. Questo comportamento, mentre non aumenta necessariamente la guarigione delle ferite, potrebbe essere una consuetudine sociale appresa all'interno della comunità dei chimpanzee. Interessantemente, i chimpanzee sono stati anche osservati nell'aiutare gli altri a trattare le loro ferite con insetti, dimostrando un livello di cooperazione non tipico di questi primati.
In modo simile, i cappuccini e i lemuri sono stati osservati nell'utilizzo di millepiedi come repellente per insetti. Questi animali schiaccia e si coprono con le sostanze chimiche tossiche chiamate benzochinoni dei millepiedi.
In un contesto diverso, uno studio con oltre 50 nidi di uccelli ha trovato che i nidi con brandelli di mozziconi di sigarette fumate attiravano significativamente meno acari, pidocchi e zecche dei loro omologhi non fumatori. Tuttavia, l'esposizione ai mozziconi di sigarette è stata trovata dannosa per i globuli rossi di pulcini e adulti degli uccelli.
Un altro esempio intrigante di automedicazione si può vedere nel comportamento delle farfalle monarchiche. Queste farfalle che contraggono la malattia Ophryocystis elektroscirrha mangiano specie di asclepiade che contengono livelli più elevati di cardenolidi, che sono tossici per le spore della malattia.
Jacobus De Roode, un biologo, suggerisce che la medicazione nel mondo animale è molto più diffusa di quanto si pensasse in precedenza e che è stata comune sin dall'inizio dei tempi. Man mano che continuiamo a svelare i misteri del comportamento degli animali, il concetto di automedicazione offre una nuova prospettiva affascinante sulle complesse vite dei nostri simili.
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