Accuse di "greenwashing" nel settore climatico: esame delle possibili conseguenze giuridiche
La Taxonomia UE, un regolamento che istituisce uno schema di classificazione per le attività economiche in base alla loro sostenibilità ambientale, ha incontrato sia elogi che critiche. Sebbene miri a fornire un linguaggio comune e una definizione chiara per "attività economiche sostenibili dal punto di vista ambientale", alcuni argomentano che potrebbe non essere perfetto e che è stato contestato per l'etichettatura illecita di alcune attività come "sostenibili".
Una delle principali preoccupazioni è l'inclusione del gas fossile e dell'energia nucleare nella taxonomia. Greenpeace, sostenuto da otto dei suoi uffici nazionali, tra cui Greenpeace Germania, è coinvolto in un'azione legale contro la taxonomia UE che classifica gas e nucleare come investimenti sostenibili. Essi argomentano che questo costituisce il greenwashing, un termine che si riferisce a pretese non dimostrate o ingannevoli riguardo alle prestazioni ambientali di un attore.
Il greenwashing specificamente legato al cambiamento climatico, noto come "climate-washing", può includere l'uso di false pretese, nascondere informazioni importanti e utilizzare termini vaghi o ambigui. L'inclusione di gas fossile e nucleare nella Taxonomia UE ha scatenato dispute, con alcuni che argomentano che contraddice la scienza e incoraggia il greenwashing.
L'ONG ClientEarth ha presentato un reclamo contro BP per aver rappresentato in modo fuorviante l'ampiezza dei suoi investimenti a basse emissioni di carbonio, omettendo le emissioni complessive del gas naturale nel calcolo dei risparmi di emissioni. In modo simile, il Centro Australiano per la Responsabilità d'Impresa ha presentato una causa contro la società petrolifera Santos per aver progettato emissioni nette zero al 2040 sulla base della tecnologia di cattura del carbonio che non esiste ancora.
Il greenwashing può anche comportare la selettiva rivelazione di impatti positivi sull'ambiente senza la completa rivelazione degli impatti negativi. Ad esempio, l'Autorità Italiana della Concorrenza e del Mercato ha imposto una multa di 5 milioni di euro alla società dei combustibili fossili Eni per aver ingannato i consumatori etichettando i biocombustibili come "diesel verde".
In uno sforzo per contrastare le pratiche di greenwashing, la Taxonomia UE stabilisce una chiara classificazione sulla sostenibilità ambientale. Ciò potrebbe portare a obblighi di divulgazione (sia per le entità finanziarie che non finanziarie) per garantire la trasparenza e l'accuratezza delle pretese ambientali. L'attuazione della Taxonomia UE in tutta l'Europa ha il potenziale per ridurre il rischio di greenwashing.
Tuttavia, non tutti ne sono convinti. Austria e Lussemburgo stanno considerando di presentare cause legali contro le proposte dell'UE per lo sviluppo della Taxonomia UE. Queste cause legali, insieme all'aumento delle cause di climate-washing, suggeriscono che lo sviluppo della Taxonomia UE potrebbe portare a un aumento delle cause legali con basi più ampie per la lite
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